La cultura del dialogo e della cooperazione come leva competitiva
Il titolo "deamicisiano" non vi tragga in inganno: non parliamo dell'amore universale, ma di un nuovo e potente strumento di competitività, che si basa sulla convinzione che in un mondo sempre più globale e interconnesso la vera sfida si gioca sulla capacità di integrazione e cooperazione, che vede nell'uso intelligente dei processi IT una leva di straordinaria efficacia. Per le singole organizzazioni come per i sistemi complessi infatti, più si allargano i confini e gli ambiti di intervento, maggiore diventa la necessità di elaborare nuovi e più efficaci modelli di interazione e di governo.
Occorre, in altre parole, riuscire ad equilibrare le forze centrifughe che agiscono oggi nel mercato (globalizzazione, internazionalizzazione, delocalizzazione) con una serie di azioni centripete (comunicazione, integrazione, cooperazione applicativa) di raccordo e coordinamento. In questo contesto, le nuove tecnologie di integrazione dei processi e di supporto alla cooperazione applicativa possono rivelarsi fattori strategici.
Stiamo sì mettendo le basi per un grande sistema pubblico di connettività, ma per realizzare una infrastruttura di cooperazione capace di supportare modelli avanzati di integrazione e cooperazione applicativa occorre andare al di là del puro livello fisico del trasporto e della rete. Il problema, più che tecnologico, è organizzativo e riguarda essenzialmente la definizione di un modello di integrazione basato su precise regole tecniche, modalità organizzative e principi operativi condivisi dai soggetti partecipanti al dialogo.
In questo senso l'Italia si configura, oggi, come "luogo ideale" per la progettazione e la definizione di nuove forme di coordinamento ed integrazione che potrebbero consentire lo sviluppo di competenze, strumenti e soluzioni per un modello di cooperazione applicativa di respiro realmente nazionale, capace di produrre e generare benefici per i singoli operatori e per il sistema nel suo complesso. Abbiamo, infatti, un sistema delle imprese fortemente frammentato e diffuso, cui fa da contraltare una pubblica amministrazione che si deve confrontare con processi ormai irreversibili di decentramento e di sussidiarietà orizzontale e verticale e quindi con una sempre più stringente necessità di collaborazione tra diversi livelli di governo.
A noi questo pare un grande tema per le pubbliche amministrazioni e così organizziamo il prossimo 26 ottobre a Roma un importante convegno che chiami a raccolta tecnici, dirigenti delle amministrazioni e politici per chiarirci a che punto siamo e quali sono le strade che stiamo percorrendo. Siete tutti invitati.
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Arrivederci quindi a presto e buon lavoro
Carlo Mochi Sismondi
Direttore generale FORUM PA
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