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TECNOLOGIE CHE FACILITANO L'INCONTRO: Interazione Naturale

È ancora fresca la notizia di un bollino per identificare un sito o un portale accessibile secondo gli schemi W3C, che da un incontro tenutosi presso la Facoltà di Scienze Naturali dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" arriva la notizia di un nuovo modo di concepire l'accessibilità: non è l'uomo che si deve adattare alla macchina, ma la tecnologia che deve porsi come obiettivo quello di essere compresa da tutti in modo naturale. È la Natural Interaction, l'interazione naturale.

Una tecnologia tutta Italiana

La ricerca sull'interazione naturale - intesa come l'individuazione del modo più semplice per rendere fruibile un contenuto sui media digitali - sviluppata a livello teorico in tutto il mondo, in Italia ha raggiunto una risoluzione ottimale grazie all'idea, al lavoro e alla genialità di un gruppo di ricercatori del Centro di Eccellenza per la Comunicazione e l'Integrazione dei Media presso l'Università di Firenze. Qui la ricerca si focalizza sullo sviluppo di soluzioni complete che funzionino nel mondo reale, applicate a contesti museali, didattici, di comunicazione o di intrattenimento.
Gli stessi luoghi che hanno fatto da cornice al Rinascimento e al genio di Leonardo Da Vinci rivivono oggi attraverso questo geniale modo di gestire il rapporto tra uomo e macchina. Non è un caso: le ricerche da cui è partito Alessandro Valli, coordinatore del gruppo di lavoro, sono fortemente ispirate agli studi interdisciplinari di Leonardo da Vinci e hanno come obiettivo ultimo la creazione di schemi di interazione innovativi ed interfacce dal forte impatto estetico.
L'interazione naturale è, allo stesso tempo, una questione di tecnologie e di design.

Dalla teoria alla pratica

Questa nuova concezione, che teoricamente può sembrare complessa e difficile da gestire, nella pratica è quanto di più semplice possa essere offerto ad un utente, anzi è la semplicità nel vero senso della parola.
I ricercatori sono partiti da una considerazione di fondo: se nella comunicazione interpersonale si ricorre a strumenti naturali quali la voce, la mimica facciale, la postura e la gestualità, perché l'interazione uomo-macchina non può basarsi sugli stessi elementi? È proprio questa l'idea centrale che sta alla base della Natural Interaction.
Dimenticate i Bit o i linguaggi di programmazione, le barre di scorrimento, le icone, i pulsanti e le finestre di dialogo. Lasciate perdere tutto ciò che non ha un corrispettivo nel mondo reale e che, per essere compreso, necessita di una mediazione: nel paradigma dell'Interazione Naturale tutto questo scompare, sostituito da oggetti reali e "maneggiabili", regole facilmente intuibili ed ambienti il più possibile naturali. Non tastiere, ma tavoli su cui posizionare oggetti reali per ottenere informazioni; non monitor unidirezionali, ma spazi in cui l'utente è parte integrante e, soprattutto, elemento agente.

Capire i bisogni dell'utente

La ricerca sull'interazione naturale - intesa come l'individuazione del modo più semplice per rendere fruibile un contenuto sui media digitali - sviluppata a livello teorico in tutto il mondo, in Italia ha raggiunto una risoluzione ottimale grazie all'idea, al lavoro e alla genialità di un gruppo di ricercatori del Centro di Eccellenza per la Comunicazione e l'Integrazione dei Media presso l'Università di Firenze. Qui la ricerca si focalizza sullo sviluppo di soluzioni complete che funzionino nel mondo reale, applicate a contesti museali, didattici, di comunicazione o di intrattenimento.
Gli stessi luoghi che hanno fatto da cornice al Rinascimento e al genio di Leonardo Da Vinci rivivono oggi attraverso questo geniale modo di gestire il rapporto tra uomo e macchina. Non è un caso: le ricerche da cui è partito Alessandro Valli, coordinatore del gruppo di lavoro, sono fortemente ispirate agli studi interdisciplinari di Leonardo da Vinci e hanno come obiettivo ultimo la creazione di schemi di interazione innovativi ed interfacce dal forte impatto estetico.
L'interazione naturale è, allo stesso tempo, una questione di tecnologie e di design.

Facilità di uso - le persone vogliono interagire con un sistema semplice;
Focalizzazione sul contenuto - occorre focalizzare l'attenzione sui contenuti, senza disperderla sul mezzo o sulla tecnologia;
Attenzione alla libertà - le persone non vogliono sentirsi obbligate ad interagire in una determinata maniera;
Preservazione della dimensione sociale - le persone devono sentirsi libere di agire contestualmente con la macchina e con chi gli sta intorno, in modo sincronico o meno;
Attenzione all'estetica - le persone vogliono divertirsi e sperimentare e vogliono essere soddisfatte delle proprie azioni

La macchina ci comprende grazie alla computer vision

In definitiva per essere accattivante il media digitale oltre ad essere bello e semplice deve dare l'idea che non si interagendo con una macchina, ma con qualcosa che ha una vitalità propria, che misura e capisce il suo interlocutore reagendo di conseguenza. La tecnologia scelta dal Centro di Eccellenza per la Comunicazione e l'Integrazione dei Media è quella della computer vision, attraverso cui non si va a creare un sistema interattivo, ma un vero e proprio spazio interattivo, che avvolge l'utente. Per fare ciò si utilizzano tecnologie di sensing, ovvero quei canali attraverso cui si possono comprendere le intenzioni delle persone. Telecamere nascoste e display pervasivi, inglobati nell'ambiente stesso che circonda l'utente, tavoli, muri o addirittura pavimenti, lanciano segnali che rivelano al passante che l'ambiente si è accorto della sua presenza e che è in grado di rispondere in una determinata maniera ad ogni altra singola interazione uomo/ambiente.

Meno Bit e più atomi

Il trucco, quindi, è nella tecnologia che da una parte deve essere dotata di algoritmi e programmi in grado di "capire" le espressioni dell'uomo; e dall'altra deve tenere tutto ciò per sé e proporsi alle persone non attraverso strumenti virtuali, ma che, al contrario, valorizzino la fisicità. Questo implica due cose: utilizzare oggetti concreti e manipolabili, senz'altro, ma anche creare visualizzazioni grafiche che rispettino le leggi della fisica, mantenendo coerenza spaziale, grafica, cinetica, etc.. Il che vuol dire, per esempio, che un finestra non può apparire in una frazione di secondo dal nulla così come non può sparire semplicemente nel nulla una volta che la si è richiusa. Espressione concreta di questo modo di porsi è lo studio per una nuova interfaccia sul web, totalmente differente da quelle classiche, in cui tutto l'impianto della pagina ed il percorso dell'utente è sempre visibile e i passaggi da un pagina all'altra avvengono con movimenti fluidi e continui (visualizza il filmato).

La Pubblica Amministrazione: moderno Mecenate

Come è semplice intuire, le applicazioni di questa nuova tecnologia sono molteplici e vanno dal puro intrattenimento, alla realizzazione di campagne informative o promozionali su prodotti e servizi, passando attraverso la didattica scolastica e museale. Tutto questo sembra averlo intuito molto bene, oltre ai comparti della moda e del design (logicamente il più coinvolto per quello che riguarda l'estetica e la sperimentazione grafica) il mondo della Pubblica Amministrazione.
Tra le principali esperienze realizzate dal gruppo Natural Interaction, molte sono quelle sviluppate in collaborazione con le amministrazioni locali e le strutture dei Beni Culturali:

Il Comune di Firenze ha promosso, ad esempio, una mostra a Palazzo Vecchio, in cui i cittadini, interagendo attraverso gesti e comandi vocali con scene e oggetti visualizzati su un grande schermo, potevano osservare i cambiamenti che la città avrebbe dovuto affrontare in vista della progettazione della linea metropolitana.


A palazzo Medici Riccardi, con la committenza della Provincia di Firenze, è stato, invece, realizzato un sistema grazie al quale, puntando semplicemente la mano, i visitatori interagivano con delle grandi riproduzioni digitali di meravigliosi affreschi di Benozzo Gozzoli, ospitati nel museo, apprendendone la storia e "navigandoli" in maniera approfondita e ravvicinata.

Presso il Museo del mare di Genova, in occasione della mostra "Transatlantici", è stata messa a punto una riproduzione dell'Oceano Atlantico proiettata sul pavimento. Il sistema riusciva, in questo caso, a seguire la posizione di più visitatori contemporaneamente e a far apparire di fronte a loro eventi ed effetti audio-visuali differenti.

Il concetto alla base: l'accessibilità totale

Il paradigma dell'Interazione Naturale, quindi, è un efficace strumento di comunicazione che, comunicando il proprio contenuto e veicolandolo sottoforma di stimoli accattivanti ed esteticamente piacevoli, coinvolge ed invoglia il semplice passante a divenire utente ed interagire con il media.
Ciò che spinge le Pubbliche Amministrazioni ad investire in questa tecnologia è, però, ben altro. Le prospettive che questo genere di ricerca apre per la comunicazione istituzionale sono, infatti, quasi illimitate, soprattutto per quanto riguarda l'accessibilità alle informazioni. Stravolgendo tutto il sistema precedente che, data una tecnologia (nel più classico dei casi l'HTML), si proponeva di renderla accessibile a tutti, ponendo vincoli e definendo standard, la Natural Interaction ha, invece, come obiettivo quello di realizzare tecnologie nuove modellate da zero sui bisogni e sulle capacità naturali dell'uomo.
Offrire canali ai quali è possibile accedere senza bisogno di nessuna particolare nozione o addestramento, se non quelli che ci vengono dall'esperienza naturale stessa, è una possibilità che le Pubbliche Amministrazioni, impegnate nel tentativo di comprimere il digital divide, non possono farsi sfuggire.

Approfondimenti
Ne parliamo con Valentino Fraticelli della Provincia di Firenze
Natural Interaction: il portale del gruppo di ricerca
Notes on Natural Interaction di Alessandro Valli, coordinatore del gruppo di ricerca